venerdì 1 giugno 2012

La stanza - primo racconto della serie Weekly Weird



Riassunto

Rachelle e Ryan lavorano al Weekly Weird, un settimanale americano che si occupa di paranormale e stranezze varie e vengono mandati a fare un pezzo su di un famoso Hotel canadese infestato dai fantasmi perchè in alcune foto di turisti appaiono strane bolle di luce... Rachelle e Ryan scopriranno che non si tratta solo di effetti ottici...

Incipit


Lavoravo da tre anni in un settimanale che si occupava di paranormale, stranezze, alieni, vampiri, fantasmi, case infestate, possessioni demoniache, zombie e casi inspiegabili, che più che altro erano casi umani. Ci pagavo l’affitto e potevo scrivere, per il resto il Weekly Weird, soprannominato WW, rappresentava la classica stampa spazzatura americana. Quando riuscivamo a editare degli articoli su presunti vampiri le due W del titolo diventavano canini grondanti sangue. Lo so, state pensando: “Ma che ca****a!” e avete ragione, ma avevamo una buona tiratura, buoni sponsor e un discreto stipendio. In più per noi era Halloween tutto l’anno.

Estratto prima parte

Lui mi guardava attento masticando barrette di cioccolata e bevendo cola.
-Dovresti alimentarti meglio.-, non potei trattenermi dal dire dopo il terzo snack.
-Hai ragione, ma le schifezze sono la mia passione, per questo lavoro al WW!-, ribatté facendomi l’occhiolino. –Dunque siamo alla presenza di una specie di Overlook Hotel. Fico!-
Tre giorni lunghi, lunghisssssssimi, sarebbe diventato il mantra della mia settimana.
Arrivammo dopo tre ore, l’hotel era magnifico, una gemma incastonata nel verde delle Montagne Rocciose. Ryan si guardava attorno come un bambino appena arrivato nella casa di Babbo Natale.
-Cavolo, che spettacolo!-, esordì davanti alla reception dove stavamo consegnando i documenti per il pernottamento. Il concierge sorrise divertito dal cavernicolo al mio fianco.
-Anche se non sembra, è un giornalista e anche uno studente universitario-, spiegai cercando di sembrare solo la sorella maggiore e non la baby sitter. Il sorriso discreto dell’uomo mi disse che invece ero l’amante e io lo fulminai con un’occhiata severa.

Estratto seconda parte

Improvvisamente le luci del corridoio si spensero.
-Oh no, non di nuovo!-, sentii la voce di Ryan accanto a me e qualcosa di freddo mi sfiorò il braccio. Urlai balzando indietro e andando a sbattere contro al ragazzo che mi prese fra le sue braccia.
-Cosa c’è?-, chiese nel buio rischiarato solo da una luce d’emergenza avanti cinque metri.
-Qualcosa… mi ha toccato il braccio!-, mormorai mentre il ricordo di quella carezza gelida persisteva sulla mia pelle.
-Allora non sono io, avrei toccato ben altro che un braccio!-, rise nel buio forse per sdrammatizzare.
Mi lasciò improvvisamente e sentii l’otturatore della macchina fotografica che scattava in rapida sequenza. La luce tornò.
-Cos’hai visto?-, chiesi curiosa, lui mi fece vedere il display della fotocamera: c’erano delle luci fioche e tonde che galleggiavano nel buio.
-Mi dà i brividi questo posto…-, mormorai con la pelle d’oca sulle braccia.
-Anche a me. Andiamo a mangiare.-
-Come, andiamo a mangiare? Dopo uno spavento del genere come fai ad avere fame?-
In risposta sentii il suo stomaco gorgogliare.
-Mi dispiace… non mangio da ieri sera…-, spiegò imbarazzato e per la prima volta lo vidi in difficoltà. Ryan era sempre stato sicuro di sé ai limiti della strafottenza, ma non con me.
-Se svieni non avrò la forza di trascinarti via di qui, dovrò lasciarti in balìa degli spiriti… quindi troviamo il ristorante.-
-Grazie.-, mi sorrise lui grato.

mercoledì 23 maggio 2012

Tayzak - Secondo racconto della serie Tayzak, un amore di demone


Riassunto

Syael ha perso le sue ali di angelo, ma ha guadagnato il dono di vedere con le mani. Ha conosciuto il bellissimo demone del fuoco Tayzak mentre entrambi aiutavano Loriant, il capo clan degli angeli di NY, a ritrovare Eriel, la sua compagna rapita da uno zombie e da un misterioso demone. Dalla notte del salvataggio della ragazza Syael non ha più rivisto Tayzak, finché una notte lui non suona alla sua porta, ferito e sofferente, chiedendole aiuto.
La donna decide di aiutare Tayzak nascondendolo nel proprio appartamento, ma lui non migliora, malgrado la ragazza gli abbia estratto una pallottola dal fianco e nonostante i demoni guariscano a velocità incredibile. Esiste solo una possibilità per risanare le sue ferite a farlo fuggire prima che chi lo insegue lo trovi: Syael dovrà nutrirlo col proprio sangue. Ma questo potrebbe essere davvero troppo per un ex angelo che si sente tremendamente attratta da un demone… 

Estratto


Aveva bisogno di un medico, di qualcuno che fermasse il sangue che stava velocemente inzuppando le bende bianche, ma non l’avrei chiamato, perché qualcosa mi diceva che lui aveva ragione. Qualcosa là fuori lo stava braccando e io ero un rifugio sicuro finché restavo invisibile. Rimasi a controllare che continuasse a respirare e che il sangue si fermasse, cosa che avvenne due ore dopo circa. In compenso arrivò una febbre devastante. Gli misi la borsa del ghiaccio sulla testa, gli feci spugnature fredde per togliere il sudore e dargli un po’ di sollievo. Cercai di svegliarlo per dargli un antipiretico, ma lui non aprì neppure gli occhi. Alle sei di mattina ero abbastanza disperata per chiamare Loriant quando lui finalmente si svegliò. 
-Ho sete…-, mormorò con voce roca.
Gli porsi un bicchiere d’acqua che bevve rapidamente. –Sei stata meravigliosa, Syael, ma ho ancora bisogno di te…-
-Non ho intenzione di estrarti niente altro dal corpo-
-Sto guarendo troppo lentamente, mi serve sangue per tornare in forze subito e andarmene di qui al più presto.-
-So che ti serve una trasfusione, hai perso troppo sangue, ma dovrò chiamare un medico…-
-No, non quel tipo di sangue.-, mi fissò intensamente negli occhi. –Mia madre era una vampira e, malgrado io sia un demone del fuoco, il mio metabolismo ha bisogno di sangue fresco molto più spesso di quanto ne abbiamo bisogno gli altri demoni.-, spiegò guardandomi intensamente.
-Stai dicendo… chiedendo che io ti dia il mio sangue?-, domandai incredula. 




Mani sapienti - primo racconto della serie Tayzak, un amore di demone


Riassunto

Syael era un angelo, ma durante la Prova ha perduto le ali. Però non è diventata umana e non è neppure morta, è diventata qualcosa di diverso, qualcosa che Diviana, la regina del suo clan cerca di tenere segreto. Syael ha anche acquistato un dono: riesce a percepire ricordi ed emozioni di chi ha posseduto un oggetto solo toccandolo. Diviana, la sua regina, la manda da Loriant, il potente arcangelo di NY, per aiutarlo a scoprire chi ha rapito Eriel, la sua compagna. Eriel è una negromante e grazie al potere della veridica si scopre che è stata rapita da un demone e da uno zombie. Syael dovrà collaborare con Tayzak, il bellissimo demone del fuoco, per salvare Eriel e arrivare prima che accada l’irreparabile.

Estratto


Avevo passato tre giorni di dolore, malgrado la morfina: la perdita delle ali era la tortura peggiore che un angelo potesse immaginare. Di solito uccideva. Io non ero morta, ma ricordo di averlo desiderato. Alla fine le ferite si erano rimarginate lasciando due vistose cicatrici. Poi anche le cicatrici erano diventate sottili come ricordi quasi dimenticati. E le mie mani avevano iniziato a vedere: toccando gli oggetti percepivo sentimenti e immagini di chi li aveva posseduti o anche soltanto sfiorati. Vedevo chiaramente il passato, ma a volte anche il presente e il futuro. Le emozioni forti erano molto più chiare di quelle tranquille: la paura era un’immagine ad alta definizione, il terrore un film in 3D.
Diviana aveva iniziato a usarmi: per trovare chi spariva, per sapere chi aveva ucciso o rapito i suoi discepoli. Il mio era un potere raro, antico, il potere dei Primi. Più antico persino di lei. Per questo, malgrado non avessi più le ali, venivo tenuta in grande conto e trattata con rispetto. Ma non ero più un angelo e non ero neppure umana. Non trovavo una collocazione fra i miei coetanei, che presto m’isolarono, gelosi della posizione che Diviana mi aveva concesso e diffidenti a causa della mia natura. Non riuscivo a toccare niente che fosse stato usato da altri, lo spazio in comune era un incubo di emozioni e sentimenti che mi ronzavano attorno come uno sciame d’insetti o che, alla peggio, mi azzannavano all’improvviso.

L'eredità



Riassunto

Dopo la morte di nonna Rose, Grace torna nella grande villa in Toscana per rivedere il cugino Luc, che ha ereditato insieme a lei tutti gli averi della nonna. Luc è ancora il bellissimo selvaggio che ricordava da quando aveva quindici anni. La sua prima cotta, il figlio adottivo dello zio, che l’ha sempre presa in giro chiamandola “signorina perfettina”. Purtroppo gli anni non l’hanno cambiato e dopo un pomeriggio passato a inventariare le cose di nonna Rose si ritrovano prigionieri in soffitta, fra vecchi scatoloni polverosi, questioni irrisolte e un’attrazione che cresce ogni minuto di più…


Estratto:

-Sei in anticipo-
La voce maschile mi fece sussultare e mi girai di scatto trovandomi davanti un uomo mezzo nudo e dai capelli biondi scarmigliati. Accidenti, era ancora più bello di quanto lo ricordassi e anche più spettinato. Mi sorrise ravviandosi i capelli.
-Sono le due-, gli feci notare.
-Ah, di già?-
-Non hai l’orologio?-
-Sì, l’avevo… dev’essere da qualche parte… comunque benvenuta.-
Poi mi superò avviandosi verso il frigo. Portava solo dei boxer blu, per il resto era indecentemente… fantasticamente nudo! Prese del latte e se ne versò un bicchiere.
-Il volo è andato bene?-, chiese squadrandomi con attenzione.
-Sì, tutto ok-
-Scusa, ma non mi ricordo più…-
Oddio, non si ricordava neppure il mio nome!
-…da dove vieni?-
-Da Londra e mi chiamo…-, cercai di anticiparlo.
-Grace, la piccola Grace!-, sorrise lui. –Non sono così rintronato, per ora. Mi ricordo di te, signorina perfettina-
Quel nomignolo, col quale mi aveva preso in giro per tutta la mia infanzia, mi fece avvampare.
-Solo Grace, se non ti dispiace.-, ribattei fissandolo torva. E lui sorrise ancora di più.
-E tu ti ricordi di me?-
-Sì, altrimenti avrei già chiamato la polizia dicendo che avevo trovato un uomo in mutande in casa mia!-
Si guardò stupito e poi fissò me sinceramente sbalordito.
-Sono boxer, praticamente calzoncini!-

Il divano



Riassunto

Nadia ha pochi soldi, ma tanta voglia di viaggiare, così fa spesso couchsurfing, ossia dorme nella casa di chi mette a disposizione il proprio divano. Questa volta la meta è Berlino per vedere il concerto dei Depeche Mode. Ma quando arriva all’appartamento del ragazzo che la ospita le apre la porta un uomo con vestito e turbante di lamè argentato. Yuri sta cercando d’imparare la parte di una commedia per riconquistare la sua ex e Nadia per sdebitarsi si offre di fargli ripetere le battute insieme a lei. Ma il copione è pieno di scene romantiche e Yuri è davvero tanto carino….

Estratto

-Sono un designer-, mi spiegò interpretando correttamente il mio sguardo curioso. Si tolse il turbante e i capelli lucidi gli coprirono parzialmente il volto. –E non sono un travestito, sto imparando una parte-, terminò indicandomi i fogli sparsi sul divano.
-Io sono Nadia, grazie per la tua disponibilità. Chi devi interpretare?-, domandai curiosa.
-Sono un uomo che vorrebbe essere una diva degli anni quaranta e che s’innamora di una lesbica che si veste sempre da uomo…-, spiegò sorridendo e passandosi una mano fra i folti capelli lucidi, dai riflessi ramati. Nessuna parrucca.  
-È sempre più difficile innamorarsi…-, mormorai guardandolo mentre si toglieva la lunga vestaglia di lamè e la gettava sulla poltrona di Lego. Le piume palpitarono come se stessero sospirando. Sotto indossava una maglietta dei Megadeth.
-Non dirlo a me, recito con la mia ex, che fra l’altro mi piace ancora.-
-Allora non lo fai per amore dell’arte?-, chiesi fissandolo negli occhi.
-Il mio amore per l’arte non è così contorto.-



martedì 22 maggio 2012

Cuore d'Ambra




Riassunto

Ambra vive nella vecchia villa del padre insieme al fratello minore Gio. La villa è quasi un castello sprofondata in un parco secolare e... nei debiti. Ambra non sa più come pagare la banca, rischia di perdere la casa e il vecchio padre, convnto di essere un mago, è affetto da demenza senile. Ma una sera bussa alla sua porta uno strano giardiniere, il ragazzo più bello che lei abbia mai visto, che chiede solo vitto e alloggio e di poter lavorare gratis nel loro parco. Il giardiniere, incredibilmente, ha lo stesso nome dell'uomo immaginario che Ambra ha creato per difendersi dalla dura realtà e crede nelle fate come suo padre e la cara madre morta... oltre ad essere di una bellezza incredibile.

Estratto

Eravamo sommersi di debiti, fra poco la banca avrebbe chiesto lo sfratto perché non riuscivo a pagare le rate dell’ipoteca. Ero davvero disperata così comperai un libro per donne stressate e disperate. L’autrice sosteneva che il cervello poteva essere ingannato e che se avessi pensato molto intensamente ad una realtà parallela e fittizia, nella quale ero felice, quei ricordi mi avrebbero aiutato ad uscire dalla disperazione. Il libro si componeva di varie meditazioni, o meglio, di sogni ad occhi aperti, da fare durante l’arco della giornata. Così iniziai quegli strani esercizi di fantasia: la mattina sotto alla doccia, durante il tragitto in treno per andare la lavoro, davanti al computer mentre registravo dati contabili, a pranzo davanti alla mia triste insalata di tonno e olive, a casa mentre cucinavo la cena e di notte, (quella era la mia preferita), mentre sprofondata nella vasca da bagno e sommersa da acqua profumata, mi lavavo di dosso tutte le tristezze della giornata. Immaginavo un uomo bellissimo, un medico, che aveva salvato mio padre dalla demenza e me e mio fratello dalla povertà. Gli avevo anche dato un nome: Damian.


Questa è l'immagine che avrei voluto come copertina, il medaglione l'ho fatto io:






Bill


Riassunto

Jody è una ragazzina fragile e ritardata e ha un amico immaginario: Bill. Ma Bill non è solo “immaginario” e forse non è neppure tanto amichevole…
La famiglia di Jody inizia a vivere in un incubo quando una strana presenza arriva a sconvolgere la loro esistenza.

Incipit

Tutti hanno una persona che amano più di ogni altra cosa al mondo, anche se vogliono bene a molti e pensano di amarli tutti ugualmente, non è vero, ne preferiscono sempre una. Per me quella persona è sempre stata mia sorella Jody. Le volevo più bene che tutti gli altri e l’avrei difesa sempre, da tutto e tutti, perché lei era più vulnerabile di una bambina.
Per questo l’ho uccisa.

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